2 Aprile 2008
Vinitaly 2008

“Degli oltre 160 imbottigliatori friulani presenti a Vinitaly la metà sono affiliati a Coldiretti. Questo è motivo di grande orgoglio per la nostra organizzazione, dimostra una forte vivacità delle imprese e ci suggerisce di mantenere sempre alta l’attenzione nei confronti dei problemi del settore”.
Così il presidente regionale di Coldiretti Dimitri Zbogar commenta i dati diffusi nei giorni scorsi da Federdoc sulla partecipazione nell’area dell’esposizione collettiva. Un’occasione per riflettere sull’organizzazione della promozione dell’agroalimentare che dopo la chiusura di Agrapromo, la riforma dell’Ersa e il passaggio di competenze all’agenzia Turismo Fvg, meriterà sicuramente una fase di verifica qualsiasi sia il colore della Giunta che guiderà la Regione dopo le prossime elezioni amministrative.
“Il comparto vino – rileva il direttore regionale Elsa Bigai - rappresenta il 18-20% della produzione lorda vendibile agricola regionale e sta vivendo un periodo di forti trasformazioni e necessita di nuovi importanti investimenti in comunicazione. La nuova organizzazione comunitaria del mercato (Ocm vino) metterà presto a disposizioni ingenti somme per la promozione e la comunicazione e noi – aggiunge la Bigai - come sistema Friuli Venezia Giulia vorremmo che le strategie fossero ragionate e condivise, possibilmente superando le storiche contrapposizioni tra zone di produzione o tra cooperazione e imbottigliatori in proprio. Abbiamo già perso molto terreno – sostiene il direttore della Coldiretti - rispetto ad altre zone viticole italiane che solo pochi anni fa sembravano distanti anni luce dai nostri livelli qualitativi”.
Secondo Coldiretti anche i fondi sulla comunicazione previsti dal Programma di sviluppo rurale (Psr 2007-2013) dovranno essere attentamente utilizzati cercando il più possibile di trovare sinergie all’interno di piani integrati territoriali o di filiera.
“Le imprese – conclude la Bigai – devono avere il coraggio di superare i vecchi schemi imprenditoriali e provare ad unire le forze per affrontare il mercato in forma collettiva sfruttando anche le opportunità offerte dalla riforma del diritto societario e dalla legge di Orientamento in agricoltura”.