6 Aprile 2009
Un viticoltore impiega più tempo per la burocrazia che alla coltivazione della vigna o la produzione del vino

“Una azienda vitivinicola passa più tempo dietro alle scartoffie burocratiche che alla coltivazione della vigna o la produzione del vino”.
Questo il commento del presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia e viticoltore Dario Ermacora.
“I viticoltori – afferma il presidente - vivono tutti i giorni sulla propria pelle questa paradossale situazione. Coldiretti al Vinitaly ha lanciato questo allarme sulla base di uno studio dal quale emerge che ogni viticoltore italiano dedica fino a 100 giornate lavorative all’anno, per districarsi nel marasma della burocrazia che richiede almeno trenta adempimenti prima di poter stappare una bottiglia di vino e questo – aggiunge Ermacora - per il sommarsi di adempimenti, alcuni contraddittori e altri superflui, che costringono a compilare documenti, registri, comunicazioni e altre mille carte con il rischio reale – conclude il presidente – di perdere competitività nei confronti dei concorrenti esteri”.
Si va dall’ormai obsoleto divieto di vendita del vino sui mercati e in forma itinerante, che risale addirittura al 1931, oppure l’assurda sovrapposizione di dichiarazioni e di controlli, nonché l’intricata normativa che rendono molto difficile per le imprese non incappare in errori formali nell’applicazione della normativa stessa.
“Recentemente - spiega Elsa Bigai, direttore di Coldiretti regionale - il Governo ha eliminato migliaia di articoli contenuti in altrettante leggi superate che appesantivano il cittadino; è giunto il momento della semplificazione anche per le imprese vitivinicole. Snellire la burocrazia – continua il direttore - non deve certamente significare allentare le sicurezze per i consumatori o le garanzie sulla qualità del prodotto. Dall’introduzione dell’informatica - conclude la Bigai - si attendevano facilitazioni, invece la carta è rimasta quella di prima, quando non è aumentata poiché la nuova tecnologia viene applicata sotto la lente deformante della burocrazia che aggiunge difficoltà operative”.