Per difendere i consumatori, i produttori onesti e l’immagine del made in Italy dentro e fuori i confini nazionali ci vuole tolleranza zero nei confronti di quanti si macchiano di frodi alimentari. Questa è la linea politica della confederazione nazionale Coldiretti che viene integralmente sposata dai vertici regionali e provinciali dell’organizzazione agricola più rappresentativa del comparto agroalimentare. A tale proposito il presidente regionale Dimitri Zbogar invita a leggere l’intervista al presidente nazionale Sergio Marini sull’ultima edizione de l’Espresso che segue, a distanza di due settimane, l’inchiesta giornalistica e che ha fatto scoppiare il caso ormai noto come Velenitaly.
“Certo – spiega il direttore regionale di Coldiretti Elsa Bigai - gli scoop sulle frodi enologiche pubblicate in concomitanza con Vinitaly ci lasciano perplessi in quanto a toni e tempistica. Specie se si considera che le indagini sul caso specifico sono iniziate qualche mese fa e non ci risultano ancora essere concluse. Ciò nonostante non possiamo tollerare che pochi delinquenti mettano a repentaglio la credibilità di un intero settore produttivo. Pertanto dichiariamo piena fiducia e appoggio alla magistratura e agli organi di controllo ministeriali.”
Il responsabile regionale di Coldiretti per il comparto vitivinicolo Marco Malison, riferisce che numerose cantine friulane si sono rivolte agli uffici dell’organizzazione dopo che loro compratori hanno iniziato a chiedere non meglio specificate certificazioni sulla genuinità dei prodotti. “Non ci risulta – dice Malison – che l’inchiesta riguardi imprese della nostra regione anche perché il vino che imbottigliamo lo produciamo direttamente e quasi mai viene tagliato con vini provenienti da fuori. Ma queste richieste, specie da parte di buyers esteri, sono la prova che anche i produttori più seri vengono, loro malgrado, danneggiati.”
Coldiretti ritiene che la trasparenza nei rapporti tra produttore e consumatore sia un elemento irrinunciabile per la sostenibilità dell’agroalimentare italiano di qualità. “A tale riguardo – aggiunge il presidente Zbogar – la nostra organizzazione da tempo si è data una strategia estremamente semplice che riproponiamo a chi sarà chiamato a guidare i ministeri dell’agricoltura e della sanità: poche norme ma chiare, origine dei prodotti in etichetta obbligatoria, potenziamento dei controlli sui prodotti piuttosto che sulla documentazione. Non dimentichiamoci che – conclude il presidente - sulla carta, il vino di Massafra risultava perfettamente regolare: è dalle analisi e dalle ispezioni in cantina che si è scoperto tutto il resto”.
21 Aprile 2008
TOLLERANZA ZERO