“Ciò che più sorprende della vicenda Tocai-Friulano é che, dopo fiumi di parole scorsi per 15 anni filati, la sentenza pronunciata dalla Corte di Giustizia europea il 12 giugno abbia avuto così scarso risalto”.
Questo il commento del presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia Dimitri Zbogar che aggiunge:“non intendo riaprire le polemiche, spero solo che il sistema vitivinicolo friulano abbia imparato la lezione”.
Dal punto di vista pratico per Coldiretti la questione è definitivamente chiusa e le notizie provenienti da Lussemburgo rappresentano soltanto una conferma di tesi più volte espresse: il nome Tocai all’interno dell’Unione Europea resta un’esclusiva dei produttori magiari. E anche all’interno dei confini nazionali il vino dovrà essere designato esclusivamente con il nome Friulano. La legge regionale battezzata salva-Tocai, peraltro in attesa di verifica di legittimità costituzionale, appare conseguentemente inefficace.
“Adesso - rileva Elsa Bigai, direttore regionale di Coldiretti- bisogna urgentemente approntare un programma di comunicazione per il nuovo nome. Il ministro alle Politiche agricole Luca Zaia – aggiunge il direttore - ha riconfermato la disponibilità dei fondi promessi da Alemanno prima e De Castro poi. Solo che adesso oltre al Friulano si parla anche di Tai, e forse di Lison, con il rischio che se non si aggiungono risorse, la stessa torta verrà divisa tra due regioni. Visto come sono andate le cose – conclude la Bigai – sul programma e sui soggetti deputati a realizzarlo, Coldiretti chiede alla Regione un approfondito confronto”.
25 Giugno 2008
Tocai o Friulano?