31 Ottobre 2008
Speculazione.

La speculazione si sposta sui terreni agricoli. Lo denuncia la Coldiretti a seguito dei risultati dell’indagine commissionata all’Swg.
“L’indagine Coldiretti/Swg - commenta il presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia Dimitri Zbogar - è stata realizzata per verificare l’impatto della crisi finanziaria sull’economia reale delle imprese agricole. Da questa è emerso che i terreni agricoli battono l’oro nella classifica degli investimenti giudicati più sicuri dagli italiani e vengono per questo scelti come bene rifugio alternativo agli investimenti più tradizionali. Questo fenomeno – continua – fa schizzare le quotazioni verso l’alto”.
Su questo ragionamento entra nel merito il direttore della Coldiretti Elsa Bigai che spiega: “Il terreno è un costo per le imprese agricole che devono crescere e svilupparsi e l’aumento delle quotazioni rischia di trasformarsi in un ulteriore onere che si somma a quello della stretta creditizia. Questa situazione – aggiunge il direttore- è un ostacolo all’ingresso di quei giovani imprenditori agricoli che decidono di investire, con una scelta imprenditoriale che risponde, tra l’altro, al crescente interesse per la campagna e, con esso, al bisogno di sicurezza alimentare e ambientale da parte dei cittadini, e che va in direzione opposta – rileva la Bigai- rispetto a chi punta su rendite fondiarie che non creano né sviluppo né occupazione”.
In Italia il valore aggiunto in ettari, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dalla nostra agricoltura, è oltre il triplo di quello Usa, doppio di quella inglese, e superiore del 70 per cento di quelli di Francia e Spagna.
“Da questi dati - aggiunge la Bigai - nasce la necessità di adottare una serie di politiche capaci di creare reale sviluppo e di tenere il passo con il dinamismo degli imprenditori under 35, a cominciare dall'attuazione delle misure del cosiddetto pacchetto giovani. Servono cioè - rileva il direttore- strumenti di mercato innovativi, capaci di mettere insieme pubblico e privato e di migliorare l’accesso al credito alle giovani imprese agricole, favorendo così –conclude la Bigai - il ricambio generazionale, attraverso l'adozione di prodotti destinati sia alle imprese in start up che ai passaggi generazionali”.