La questione agricola, problema di tutta la società
Un appello bipartisan al mondo politico è stato rivolto oggi, a nome della Coldiretti del Fvg, dal presidente Dario Ermacora ai capigruppo in consiglio regionale che hanno incontrato i vertici della più importante associazione di categoria nella sede di Udine. “La questione agroalimentare – ha detto Ermacora – non riguarda solo il settore agricolo o solo la Coldiretti, ma tutta la società per le implicazioni che l’agricoltura ha nella vita di ogni giorno di tutti i cittadini: dall’approvvigionamento di cibo sano e sicuro alla tutela ambientale, dallo sviluppo di un movimento turistico attratto sempre di più dal mangiar e bere bene (1/3 dei turisti che visitano il Fvg lo fa per questo motivo) a un sistema agroindustriale e alimentare vanto del Bel Paese e che non può prescindere dalle produzioni locali se vuole tenere alta la sua bandiera, alla questione ambientale: senza agricoltura e soprattutto senza zootecnica non c’è gestione del territorio”. “Lavoriamo assieme – ha concluso Ermacora, presentando le sette proposte di Coldiretti consegnate ieri all’assessore Violino – per mettere in trasparenza un settore che deve lottare ogni giorno contro falsificazioni e una forte concorrenza sleale. Aiutando l’agricoltura, non con soldi ma con norme a costo zero, si sostiene l’economia del Paese e del Fvg”.
Un appello accolto nella sostanza, seppure con sfumature diverse, da Daniele Galasso per il Pdl, da Enzo Marsilio e Franco Iacop per il Pd, da Giorgio Venier Romano per l’Udc, da Enore Picco per la Lega Nord e da Enio Agnola per Italia dei valori. E così, mentre Galasso ha sostenuto la necessità che la protesta di Coldiretti sia ancora più incisiva e determinata, Marsilio ha indicato nel marchio regionale Aqua un possibile percorso a tutela delle produzioni locali; Venier Romano ha auspicato l’unità del mondo agricolo e Picco ha parlato di crisi mondiale per superare la quale occorre un nuovo modello di sviluppo agricolo del Fvg e Agnola ha parlato di una battaglia difficile perché in molte parti del Paese la legalità, anche nel settore agricolo, è scarsa o assente. Sono intervenuti anche il vice presidente di Coldiretti Fvg Cesare Bertoia, il presidente di Coldiretti di Trieste Dimitri Zbogar, di Donne Impresa Coldiretti Patrizia Bomben e il direttore Elsa Bigai. All’incontro presenti anche i presidenti di Coldiretti di Udine Rosanna Clocchiatti e di Gorizia Antonio Bressan.
In mattina, infine, presidio della Coldiretti, alla presenza dei presidenti e dei direttori di tutte e cinque le federazioni, del sindaco Vittorino Boem, e di almeno 200 soci, davanti a due supermercati: l’Eurospar e il Lidl di viale Venezia per distinguere sugli scaffali il vero prodotto italiano da quello falso, per informare i consumatori. Sono stati distribuiti volantini della Coldiretti a sostegno della filiera agricola tutta italiana, per pretendere l’indicazione dell’origine obbligatoria su tutti i prodotti agroalimentari, per conoscere quali e quanti prodotti entrano nel nostro Paese e da dove arrivano (“i dati li hanno il ministero della Sanità e l’Ufficio centrale delle dogane, ma sono secretati”, ha detto il direttore Bigai) per separare sugli scaffali dei supermercati il made in Italy vero, per un nuovo rapporto con i consumatori italiani.
Le perle di ieri a Coccau
Infine alcune curiosità emerse ieri nei controlli al valico di Coccau dove sono state trovate mozzarelle tedesche già confezionate come fossero italiane e con i dati di una azienda veneta (la confezione riprendeva i colori della bandiera italiana), cagliata della Lituania per fare delle mozzarelle destinazione Sicilia (le mozzarelle, però, si dovrebbero fare con il latte e non con la cagliata) ed ancora fagiolini freschissimi dalla Svezia destinati a una piattaforma del Fvg. “Se non ci sono le norme prima e i controlli poi – ha detto il direttore Bigai – non c’è un danno solo per le imprese agricole, ma anche e soprattutto per i consumatori che non sanno davvero cosa si trovano nel piatto. In Fvg si importa il 46% del latte e i controlli si fanno sullo 0,8% dell’importato”.