30 Marzo 2009
Osservatorio economico dell’agroalimentare 2008:la Coldiretti ha presentato i dati del Friuli Venezia Giulia

L’auspicio è che questi indicatori, emersi dall’analisi dei dati, possano trasformarsi in opportunità a favore delle imprese”
Questo in estrema sintesi il concetto emerso durante l’incontro di presentazione dei dati dell’Osservatorio economico agroalimentare del Friuli Venezia Giulia, studio realizzato dalla Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la sede regionale di Inea (Istituto nazionale di economia agraria), l’università di Udine dipartimento Scienze economiche, con il patrocinio di FriulAdria Credit Agricole.
I lavori sono iniziati con gli interventi di apertura di Andrea Moretti direttore dipartimento Scienze economiche dell’università di Udine, Dario Ermacora presidente Coldiretti del Friuli Venezia Giulia e Giancarlo Magoni vice direttore di FriulAdria - Crédit Agricole a cui sono seguite le relazioni di Francesco Marangon del dipartimento di Scienze economiche, dell’università di Udine che ha parlato delle strutture e dinamiche economiche dell'agricoltura regionale, mentre Federica Cisilino dell’Inea del Friuli Venezia Giulia ha illustrato il mercato i prezzi e i risultati dell'indagine campionaria 2008.
Andrea Lugo della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia ha invece illustrato l’analisi e l’andamento dei principali settori agricoli d'interesse (lattiero-caseario, cerealicolo ortofrutticolo e ittico) in Friuli Venezia Giulia, mentre Andrea Gregori del Ciase (Centro regionale per l'istruzione e l'assistenza socio economica in agricoltura)ha presentato il primo focus su alcune filiere e prodotti regionali come la mela, la trota, la patata, la farina di mais e il formaggio latteria.
Sul ruolo delle banche a sostegno dell'agricoltura è intervenuto
Giancarlo Barbesin del servizio marketing di FriulAdria - Crédit Agricole.
Il valore di una filiera tutta italiana e tutta agricola è stato l’argomento trattato da Lorenzo Bazzana capo servizio tecnico economico di Coldiretti nazionale.
Le conclusioni sono state di Romeo Cuzzit della direzione centrale Risorse agricole.
I lavori sono stati coordinati da Elsa Bigai direttore Coldiretti del Friuli Venezia Giulia.
“I dati – ha esordito Ermacora – ci confermano che solo il diciassette per cento del prezzo pagato dal consumatore rimanga mediamente al produttore. Nulla hanno potuto – ha aggiunto  - Mister prezzi, l’antitrust e il garante della concorrenza per sanare la forbice crescente e inspiegabile dei prezzi tra produzione e consumo. L’Osservatorio – ha affermato – ci da dei suggerimenti importanti. Dobbiamo continuare – ha sostenuto Ermacora - con la battaglia per ottenere l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine perché sono troppi i prodotti alimentari ancora esclusi e i controlli – ha concluso - devono essere fatti con tolleranza zero”.
“Il settore agroalimentare sta andando meglio degli altri – ha detto Bazzana – ma questo non significa che le imprese agricole ne traggano benefici. Il nostro Paese – ha spiegato – è ancora un forte importatore di merci alimentari, perché troppo facilmente il prodotto straniero viene trasformato e venduto con l’immagine italiana. Noi – ha continuato – dobbiamo di mettere insieme quello che abbiamo, cooperative, consorzi agrari, imprese, ma anche incentivare i Farmer market e la vendita diretta e collocare in trasparenza il settore, per frenare l’erosione del valore aggiunto che da anni sta mettendo in crisi le imprese agricole italiane”.
Dal canto suo Cuzzit ha rilevato l’importanza di prendere spunto dai dati per trovare i punti di forza per rilanciare l’agricoltura regionale.
“Come assessorato – ha ricordato – abbiamo individuato una strategia, anche attraverso il Psr, per creare maggiore aggregazione tra le varie realtà che compongono il settore. Senz’altro – ha concluso – possiamo migliorare individuando i punti critici e i punti di forza e da questi puntare allo sviluppo del settore primario”.
Sono seguiti gli interventi tecnici con l’esposizione dei dati, coordinati dalla Bigai che in proposito ha posto in luce l’importanza che il patrimonio della banca dati diventi uno strumento che possa essere concretizzato con azioni tangibili soprattutto da parte delle istituzioni e in questo senso ha espresso l’auspicio che quanto prima possano essere adottate misure anche sotto l’aspetto della promozione e valorizzazione della produzione agroalimentare del Friuli Venezia Giulia.