12 Dicembre 2008
L’etichettatura obbligatoria

“L’emergenza diossina sulla carne di maiale Irlandese, al di là del fatto specifico, richiama ad un altro ragionamento, ma soprattutto ad una proposta semplice sulla quale Coldiretti da anni insiste e che tutelerebbe i consumatori e salvaguarderebbe i produttori e gli allevatori e cioè l’etichettatura obbligatoria dell’origine della materia prima”.
Questo è il commento del presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia Dimitri Zbogar di fronte ad un altro allarme sulla sicurezza alimentare.
“Non possiamo aspettare l’emergenza di turno per vedere che il Governo o la Comunità europea provvedano ad adottare misure nel giro di pochi giorni, quando dell’argomento si è discusso per anni e non si è fatto niente.”
La Coldiretti, è scesa più volte in piazza, perché l’etichettatura obbligatoria sia estesa a tutti i prodotti, ma anche per difendere provvedimenti che una volta passata l’emergenza, c’era la tentazione e forse le pressioni per eliminarla.
“Senza’altro – commenta il direttore regionale di Coldiretti Elsa Bigai- la nostra grande fatica è rendere il mercato trasparente. Per fare  un esempio banale, sugli scaffali dei supermercati, nonostante da oltre un anno il ministero delle Politiche Agricole abbia emanato l'obbligo di indicazione della provenienza delle olive impiegate nella produzione dell'olio vergine ed extravergine e oltre a questo ci sia l'informazione ben evidente sull'etichetta che riporti anche il luogo del frantoio, tutto questo è ancora molto vago. È un esempio – continua la Bigai – ma i consumatori che vogliamo come nostri grandi alleati devono aiutarci a non acquistare quei prodotti la cui provenienza è anonima e a prezzi stracciati. Se un olio extra vergine di oliva costa tre euro c’è da insospettirsi. Per questo chiediamo – afferma il direttore - che l’etichettatura con l’origine venga resa obbligatoria su tutte le carni e salumi, pasta, frutta e verdura trasformata, derivati di pomodoro, latte a lunga conservazione formaggi non a denominazione di origine (Dop), derivati dei cereali che sono ancora nel limbo. Non possiamo attendere per farlo la prossima emergenza”.Dopo queste considerazioni la Bigai aggiunge: “La Coldiretti ha raccolto oltre un milione di firme per avviare l’etichettatura che consideriamo una grande conquista civile. Sappiamo che ci sono forti pressioni per bloccare questo processo di progresso che ritengo legato anche ad una forma di democrazia. Credo – conclude la Bigai – che oggi questo impegno non sia solo del mondo agricolo. La salute, la sicurezza alimentare, è un patrimonio che tutti dobbiamo difendere anche perché si tratta di una conquista che va diffusa e messa a disposizione della collettività”.