21 Agosto 2010
“La vicenda dimostra che la coesistenza è la ricerca dell’impossibile in Fvg”

COLDIRETTI, LA CONTAMINAZIONE C’È NEI CAMPI IL MAIS DEV’ESSERE OGM FREE
Il limite Ue è solo per mangimi e alimenti, non per altro

Allarme, sconcerto e preoccupazione sono espresse da Coldiretti Fvg all’indomani delle dichiarazioni apparse sulla stampa sia dopo l’intervento della procura di Pordenone sia dopo la diffusione dei risultati delle analisi sulla presenza di Ogm commissionate dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali affidatea all’Ersa del Fvg che evidenziano come su trenta campioni effettuati sui campi limitrofi a quello già dichiarato seminato con mais Ogm, quindici risultano negativi, mentre altri quindici risultano positivi alla presenza dell’evento MON810.

“La legge in Italia è chiara (l’articolo 1, comma 2 del decreto legislativo 24 aprile 2001, n. 212, non consente di procedere alla messa in coltura di sementi transgeniche in assenza delle previste autorizzazioni di legge) - spiega il direttore di Coldiretti del Fvg Elsa Bigai - . Essendo vietata la coltivazione il rischio di contaminazione non viene nemmeno preso in considerazione: i prodotti dei campi debbono essere Ogm free, per legge. Nessun essiccatoio italiano si porterebbe in casa mais contaminato nella misura di quello trovato nei campi del pordenonese. Il limite dello 0,9%, stabilito dal regolamento comunitario n. 1829/2003 (articolo 12 comma 2), “oltre il quale gli alimenti e i mangimi sono considerati, tecnicamente e giuridicamente, geneticamente modificati”, si riferisce infatti agli alimenti e ai mangimi e non già al prodotto sul campo ch deve essere, lo ribadisco, Ogm free”.

“Non capisco quindi come alcuni possano brindare a una supposto mancata contaminazione – prosegue Bigai – quando la metà dei campioni risulta contaminato nonostante chi ha seminato, per sua stessa ammissione, l’abbia fatto in un periodo posteriore a quello scelto dai proprietari dei campi confinanti. Il dato vero è che, nonostante questa precauzione, la contaminazione è pesantissima e temo che le analisi successive lo dimostreranno ancora più chiaramente. Questo atto illegale – conclude Bigai – ha dimostrato, contrariamente ai suoi veri obiettivi, l’impossibilità della convivenza e ci auguriamo che di un tanto prenda coscienza anche il ministero delle politiche agricole e forestali che ha rilasciato ieri dichiarazioni quantomeno superficiali e ci auguriamo anche il Consiglio regionale del Fvg, dopo che i capi gruppo di tutti gli schieramenti politici avevano espresso un giudizio favorevole, approvi la legge che vieta di coltivare Ogm in Fvg al fine di mettere la parola fine a questa vicenda assolutamente inaccettabile”.

Inoltre, secondo Coldiretti, gli ulteriori campionamenti ed analisi commissionati dal ministro Giancarlo Galan al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) hanno senso se vogliono tutelare i produttori di mais in prossimità dei campi Ogm; discutibile l'eventuale volontà di porli a fondamento di ricerche sulla coesistenza partendo da un atto illegale e privo di protocolli tecnico scientifici preliminarmente definiti. Tra l’altro  è evidente che la coesistenza nel sistema agricolo italiano, frammentato e di piccole dimensione, sia sostanzialmente poco o nulla praticabile a meno che non si decida di autorizzare la contaminazione.

Coldiretti, infine, che considera la situazione da tempo assolutamente chiara nella sua drammaticità, invita nuovamente le istituzioni a risolvere un problema originato da un atto illegale sul quale da troppi mesi l’interesse principale è quello di sollevare polveroni e confusione al solo scopo di non affrontare la realtà”.