24 Marzo 2009
La Coldiretti sull’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia: più partecipazione per non condizionare l’attività agricola

 “Non siamo contro lo sviluppo e neppure per il no a prescindere, ma qualsiasi opera che condizioni l’attività agricola deve necessariamente essere discussa, valutata per verificare l’impatto dal punto di vista economico, ambientale e paesaggistico”.
Questo il commento della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, che tra l’altro ha trasmesso agli uffici competenti della Regione, un documento con le osservazioni da tener conto sullo studio riguardante l’impatto ambientale relativo al progetto dell’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia. La memoria della Coldiretti, è tra l’altro supportata anche da uno studio di valutazione di impatto patrimoniale sul settore agricolo nell’area coinvolta, condotto dall’Università degli Studi di Udine.
“Ci sono sentenze – afferma il presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia Dario Ermacora – che hanno stabilito che anche gli impianti di energia pulita devono essere ubicati sul territorio garantendo il rispetto dei fondamentali valori della tradizione agroalimentare locale e del paesaggio rurale. Credo – aggiunge il presidente – che l’elettrodotto Udine Ovest-Redipuglia, dovrà tener conto di questi aspetti e non solo. La società Terna Spa ovviamente, descrive l’opera non solo coerente con la programmazione energetica, ma soprattutto sostenibile dal punto di vista tecnico ed economico, sociale, ambientale e territoriale, ma– continua Ermacora - non si capisce perché non sia stato predisposto un confronto con altri tipi di costruzione, come a esempio l’interramento, che probabilmente comporta costi superiori in termini di realizzazione, ma vantaggi ambientali che hanno sicuramente un valore, in termini anche economici, piuttosto importante. In definitiva - conclude il presidente - per una corretta valutazione, non si può prescindere da un’adeguata analisi costi e benefici, cosa che non si evince dallo studio di impatto ambientale dell’elettrodotto presentato dalla società Terna Spa”.
Coldiretti insiste però anche su maggiore condivisione di coloro i quali sono direttamente coinvolti sull’eventuale costruzione dell’opera.
“La partecipazione di gruppi sociali, comprese le organizzazioni di rappresentanza come la Coldiretti – commenta il direttore Elsa Bigai - è stata presa in scarsa considerazione. Per quanto ne sappiamo sono state interessate l’Amministrazione Regionale e quelle comunali e questo lo considero riduttivo se solo si pensa ai principi ispiratori di Agenda 21 che prevedono per lo sviluppo locale un approccio metodologico nuovo ai processi decisionali in campo ambientale, demandando alle collettività locali il compito di definire gli obiettivi di miglioramento del proprio territorio e proprio nell'uso del territorio – spiega la Bigai - Agenda 21 precisa che occorrono politiche di attenta valutazione ambientale su tutti i progetti e nei processi di sviluppo locale vanno concertati in collaborazione con tutti i settori delle rispettive collettività: cittadini, attività economiche, gruppi di interesse, attivando percorsi di partecipazione. Per ultimo – conclude il direttore – ma non certo per importanza, credo che gli indennizzi alle imprese agricole non potranno basarsi su calcoli basati su servitù o espropri in quanto, come si evince anche dallo studio condotto dall’Università di Udine, vengono di fatto limitate le future iniziative imprenditoriali delle aziende agricole che operano in quei territori”.