23 Luglio 2012
INSOSTENIBILE IL FERMO PESCA IN FVG, COLDIRETTI CHIEDE REGOLE DIVERSE

Penalizza le nostre imprese di pesca, avvantaggia quelle croate e slovene che non hanno l’obbligo di osservare alcun fermo pesca. E’così è doppio il danno per le aziende del Fvg associate a Impresapesca-Coldiretti: non guadagnano e gli amici di oltre confine ne approfittano”. Lo denuncia Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Fvg a nome di Impresapesca-Coldiretti Fvg, una realtà di oltre una ventina di imprese.  “Il fermo pesca è un patrimonio che va difeso, ma che nelle acque antistanti alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, questa misura va attuata in maniera diversa da altri areali”, aggiunge Corsetti.  

Secondo Coldiretti è impensabile un blocco dell’attività totale in uno specchio di mare strettissimo di 10/15 miglia per la tutela di un areale di nursery che, come tale, comprende l’intero Golfo di Trieste, ma del quale il 50% di esso è gestito da croati e sloveni che non effettuano alcun fermo dell’attività di pesca a tutela e a protezione del novellame delle principali specie ittiche bersaglio delle catture delle tre flotte italiane, croate e slovene, nel periodo estivo e di inizio autunno.  

Secondo Impresapesca-Coldiretti la soluzione è la gestione attraverso regole di Distretto di pesca dell’Alto Adriatico e non può prescindere un accordo con croati e sloveni per la gestione di un mare unico e che deve avere regole comuni. Se così non sarà si assisterà ancora al fenomeno delle dismissioni di barche nel versante del Fvg e l’aumento della flotta nel versante istriano.