Paolo Blasizza è titolare di una azienda agricola a Moraro, in provincia di Gorizia. Vi si producono uva e seminativi, ma da alcuni anni, con l’adesione al progetto di Campagna Amica, non manca l’attività ai mercati. «Da sempre ho avuto necessità di manodopera – racconta Blasizza –. All’inizio solo per le vendemmie e poi , vista la scelta di partecipare ai mercati, anche per raccogliere asparagi, verdura e per accompagnare i prodotti alla vendita. A un certo punto non ho dunque potuto più far fronte alla necessità di manodopera con quella familiare».
Ecco che nei voucher «ho trovato una grande opportunità, diventata in alcuni momenti dell’anno inderogabile. Ritengo che l’utilizzo dei voucher in agricoltura sia stata la giusta risposta alle esigenze di noi imprenditori, ma che soprattutto abbia consentito di regolarizzare i rapporti di lavoro, dando la giusta dignità a chi lavora e riconoscendo a tutti la giusta remunerazione. Nessun dubbio che questo strumento abbia rappresentato un notevole supporto nella lotta contro il lavoro nero in agricoltura». Blasizza però aggiunge: «Si tratta di una modalità di assunzione che, a mio parere, dovrebbe riguardare solo il nostro settore. Al contrario, quando è divenuto patrimonio di tutti, ha prodotto molti problemi perché alcuni lo hanno e lo stanno ancora utilizzando impropriamente, non garantendo la stabilizzazione dei rapporti di lavoro. Il mio auspicio e il mio augurio e che il legislatore possa ritornare sui suoi passi rendendo e ripristinando l’utilizzo dei voucher come all’inizio quando era uno strumento proprio della agricoltura».
22 Febbraio 2017
GRANDE SUPPORTO NELLA LOTTA AL LAVORO NERO IN AGRICOLTURA