COLDIRETTI: UNA GRANDE VENDEMMIA SOFFOCATA DALLA BUROCRAZIA
La vendemmia in Friuli Venezia Giulia è iniziata ufficialmente il 10 agosto, ma poche sinora sono le uve già introdotte in cantina. Infatti, nonostante il clima di queste settimane abbia accelerato notevolmente i processi di maturazione al punto che con la settimana entrante la raccolta delle uve bianche (Sauvignon e Pinot in particolate) si estenda a tutta la regione con un anticipo di una decina di giorni rispetto al tradizionale calendario, dal punto di vista amministrativo, questa sarà la vendemmia più problematica della storia enologica del Fvg.
“E’ un vero peccato – commenta preoccupato il presidente di Coldiretti Dario Ermacora – che la grande qualità del prodotto migliorata dal caldo asciutto degli ultimi giorni che ha anche bloccato i focolai di muffe che si erano sviluppati su vigneti interessati dalla grandine rischi di essere gravata da problemi irrisolti di carattere burocratico”.
Quali? Lo spiega lo stesso Ermacora: “Dopo aver tradito la promessa di sburocratizzare il comparto in materia di catasto viticolo, albi doc, certificazioni e controlli di filiera, con le ultime disposizioni il Ministero per le politiche agricole (Mipaaf) e l’Agenzia per le erogazioni (Agea) hanno creato una tale confusione che oggi nessuno può essere certo di avere tutte le carte in regola per produrre una bottiglia di vino a denominazione di origine. Negli ultimi due anni – prosegue Ermacora - sulle imprese vitivinicole si è abbattuta una alluvione normativa che non ha fatto altro che complicare ulteriormente una gestione burocratica già insostenibile. Una colossale operazione gattopardesca nella quale si è cambiato tutto per lasciare tutto come prima. Con i problemi di mercato che ci sono, il calo dei consumi, la concorrenza dei vini extraUE, gli investimenti da ammortizzare, i produttori non ne possono più di una amministrazione che ostacola l’attività di impresa invece che supportarla. La conseguenza, della quale si vedono già evidenti segnali, è una fuga dalle Doc”.
Come se non bastasse – fa sapere Coldiretti del Fvg – “recentemente Agea ha anche modificato d’ufficio tutti i dati delle superfici vitate censite nel catasto viticolo. Certo una norma lo prevedeva, ma è stato fatto con mesi di ritardo, a ridosso della vendemmia e soprattutto senza informare adeguatamente i produttori. Tanto che oggi nessuno sa con certezza quanti metri quadri di vigneto conduce e, conseguentemente, quanta uva può legittimamente rivendicare come Doc o Igt. Una situazione che non ha precedenti”.
Secondo Coldiretti in questa delicatissima fase la Regione può e deve assumere un ruolo guida: per tutelare il comparto vitivinicolo è necessario che venga istituito immediatamente un tavolo di crisi nel quale siano coinvolti, oltre ai rappresentanti della filiera e i CAA, anche gli organismi di controllo. “Comunque – sostiene Ermacora – resto convinto che non saremmo in queste condizioni se il Friuli Venezia Giulia, come tutte le altre regioni del nord Italia, si fosse svincolato da Agea e avesse costituito un proprio organismo pagatore. Certo sarebbe stato necessario un investimento iniziale; ma quanto è costata negli ultimi anni la gestione Agea in termini di inefficienze per l’intero comparto agricolo? Appare oltretutto poco coerente il rivendicare autonomia regionale nei più diversi campi dell’amministrazione e poi non esercitarla risolutamente proprio laddove le norme già da molti anni la prevedono. Ribadiamo pertanto all’assessore Claudio Violino la necessità e l’urgenza di questo fondamentale strumento per l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia”.