4 Novembre 2010
Ermacora scrive a Violino e la Clocchiatti a 30 sindaci

CALAMITÀ NATURALI, LE IMPRESE AGRICOLE ATTENDO ANCORA GLI AIUTI.
Insufficienti le risorse del Fondo di Rotazione

La gelata dello scorso inverno e la tromba d’aria di luglio hanno messo in ginocchio le imprese agricole della provincia di Udine, molte delle quali rischiano anche la chiusura, o in subordine un insostenibile appesantimento degli oneri finanziari, per il ritardo con cui vengono erogati i fondi previsti per le calamità naturali. Il malessere sta crescendo nelle campagne friulane. Coldiretti, dopo aver organizzato incontri con gli imprenditori, ha deciso di fare un nuovo passo sia nei confronti della Regione sia nei confronti dei 30 Comuni della Bassa friulana dove si sono verificati gli eventi calamitosi.

Alla Regione ha scritto il presidente regionale di Coldiretti Dario Ermacora. In una lettera, indirizzata all’assessore regionale all’agricoltura Claudio Violino, preso atto che l’8 ottobre la Giunta ha approvato i regolamenti che definiscono criteri e modalità per la concessione di finanziamenti a carico del Fondo di rotazione alle imprese colpite dalle gelate e dalla tromba d’aria, chiede di stanziare risorse aggiuntive per soddisfare le richieste delle imprese (l’attuale disponibilità del Fondo di solidarietà è infatti insufficiente).

Ai 30 comuni della Bassa Friulana ha scritto il presidente di Coldiretti Udine Rosanna Clocchiatti. In una lettere, inviata ieri, ricordata l’eccezionalità dell’evento e la numerosità delle imprese agricole danneggiate, e la insufficiente dotazione attualmente del Fondo di Rotazione a far fronte alle varie calamità che hanno colpito le aziende agricole italiane con il rischio reale che il risarcimento alle imprese agricole della nostra regione sia del tutto inadeguato o addirittura irrisorio, Coldiretti Udine ha chiesto la solidarietà delle amministrazioni locali in cui operano le aziende colpite. “Associatevi alla nostra azione – ha detto la Clocchiatti - affinché la Regione faccia tutto quanto è nelle sue possibilità”.

I danni della tromba d’aria: sono così ingenti i danni provocati dalla tromba d’aria che nel cuore della stessa la conta dei danni è ancora in corso come a Risano e a Lauzzacco. Ad oggi risultano Irrimediabilmente danneggiati  150 ettari di seminativi (mais e soia), 10 ettari di vigneto,  5 ettari di orticole. Sono20 le imprese agricole danneggiate, oltre una decina i capannoni scoperchiati tra cui danni gravissimi ad un allevamento di polli che è stato temporaneamente tamponato con teloni, semi distrutti tunnel di orticole.

Danni da gelo: ancor più importanti i danni da gelo che interessano almeno 670 ettari per oltre 10 milioni di euro di danni. Il settore settore vitivinicolo denuncia oltre 3.400 mila euro di danni per viti da reimpiantare in oltre 170 ettari e 356 mila euro di mancata produzioni in oltre 178 ettari. Il melo ha subito danni totali (necessità di reimpianto) per quasi un milione di euro in una ventina d’ettari e 70 mila euro per mancata produzione i 22 ettari. Ingenti i danni anche per il pesco (350 mila euro per reimpianti) e 135 mila euro per mancata produzione. 

Sono 30 i comuni friulani coinvolti 21 nel pordenonese e 2 nel goriziano Aiello del Friuli; Aquileia; Bagnaria Arsa; Basiliano; Bertiolo; Bicinicco; Camino al Tagliamento; Campolongo al Torre-Tapogliano; Castions di Strada; Cervignano del Friuli; Codroipo; Fiumicello; Flaibano; Gonars; Latisana; Lestizza; Mereto di Tomba; Mortegliano; Palazzolo dello Stella; Pocenia; Porpetto; Precenicco; Reana del Rojale; Ronchis; Ruda; San Giorgio di Nogaro; Sedegliano; Talmassons; Teor e Varmo. Ai comuni della provincia si aggiungono quelli della provincia di Pordenone (Aviano, Brugnera, Budoia, Casarsa della Delizia, Cordenons, Cordovado, Fontanafredda, Maniago, Morsano al Tagliamento, Polcenigo, Porcia, Rovereto in Piano, Sacile, San Giorgio della Richienvelda, San  Martino al Tagliamento, San Quirino, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Valvalsone, Vivaro, Zoppola) e della provincia di Gorizia (Farra d’Isonzo e Gradisca d’Isonzo).