PASQUA: IN CAMPAGNA IL 17 % DI FRIULANI E GIULIANI.
Ermacora, ma i prezzi alla produzione continuano a scendere
Il 17% dei friulani e dei giuliani e in genere degli italiani trascorre questi giorni di Pasqua in campagna. Quest’anno la campagna ha superato tra le destinazioni la montagna (16%) ed è preceduta solo da mare (27%) e dalle città d’arte (23%). Lo rivela Coldiretti in riferimento al traffico sulle strade delle vacanze sulla base delle rilevazioni Swg/Confesercenti. Buona la presenza negli agriturismo del Fvg di Terranostra, l’associazione di Coldiretti che raggruppa in regione 210 aziende. “Nella giornata di Pasqua e in quella di Pasquetta – spiega il segretario di Terranostra, Fabrizio Pressacco, che ha svolto una indagine fra gli agriturismo associati a Terranostra – è praticamente quasi tutto esaurito. Calcoliamo almeno 12.000 presenze nelle due giornate per quanto riguarda la ristorazione e circa 800 come ospitalità (sono 1.100 i posti letto), un buon dato che conferma il gradimento della proposta della Fvg”.
Se le uova sono l’ingrediente immancabile nei menù di Pasqua, negli agriturismi non mancano le ricette della tradizione locale molte delle quali a base di carne di agnello. Si calcola sia di 1,3 miliardi di euro la spesa degli italiani per imbandire la tavola della Pasqua dove protagonisti sono i piatti della tradizione. Ed è molto il tempo che nella giornata di Pasqua viene dedicato al cibo: quasi il 20% è trascorso proprio a tavola dove la permanenza media a pranzo è di poco inferiore alle tre ore per gustare in completo relax i sapori unici della cucina tradizionale che si tramanda ogni anno di generazione in generazione.
A parte le bizze del tempo, unica nota dolente di queste giornate di festa, i prezzi dei prodotti agroalimentari che continuano ad aumentare al consumo su base annuale e mensile (+ 0,1%) nonostante i prezzi dei prodotti agricoli in campagna si sono ridotti in media del 6,9% rispetto allo scorso anno con cali record per la frutta fresca e secca (-22,3%), gli ortaggi e legumi (-13,1%), i cereali (-11,4%) e i vini non Doc che perdono il 9,1%. “Non sono giornate per le rivendicazioni – dice il presidente regionale di Coldiretti, Dario Ermacora – ma non si può non sottolineare come i consumatori italiani non abbiano potuto beneficiare della forte riduzione dei prezzi agricoli, che rischia invece di provocare l'abbandono delle campagne, a causa delle inefficienze e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare. Pochi centesimi pagati agli agricoltori nei campi diventano euro al consumo con il risultato di un aumento della forbice nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi degli alimenti moltiplicano oggi in media cinque volte.