Valorizzazione delle produzioni locali attraverso l’etichettatura, la trasparenza, l’indicazione della materia prima con cui si realizzano i prodotti, una promozione pluriennale con il brand Friuli Venezia Giulia che abbracci tutte le produzioni casearie, Montasio in testa, e comprenda anche gli altri prodotti agroalimentari ed enologici d’eccellenza. E poi intervenire con politiche attive, attraverso l’Ara, per la riduzione dei costi di produzione, ed infine misure a breve, soprattutto a sostegno del credito, e a lungo termine. E’ articolata la proposta che Coldiretti Fvg ha avanzato ieri all’assessore regionale Claudio Violino, affiancato dal direttore Bulfone, al tavolo sulla filiera del latte convocato dallo stesso assessore. “In più occasioni, ultima l’assemblea annuale dell’Ara – ha detto il presidente di Coldiretti Fvg Dario Ermacora - l’assessore Violino ha sottolineato la centralità della zootecnia e la volontà della Regione di rilanciare un settore, quello lattiero caseario, che, nonostante una crisi mondiale, produce in Fvg una qualità riconosciuta anche da un apprezzamento del prezzo del latte che spunta mediamente 3 – 4 centesimi in più al litro rispetto a quello del Nord Italia, comunque insufficienti a assicurare reddito alle imprese. Ci sono tutte le premesse, e noi ce lo auguriamo fortemente – ha concluso Ermacora - che il lavoro avviato oggi coerentemente dall’assessore Violino, si traduca in breve in provvedimenti concreti”.
Elsa Bigai direttore di Coldiretti, sintetizza così le proposte avanzate da Coldiretti, contenute in un documento consegnato allo stesso assessore. Sottolineata l’urgenza di sostenere finanziariamente le imprese agricole facilitandone l’accesso al credito e mettendo subito a disposizione lo stanziamento di 45 milioni d’euro previsti dalla legge 33/2009, Bigai sostiene la necessità di prevedere una dotazione finanziaria a favore del settore lattiero-caseario e di inserire misure ad hoc nel Programma di sviluppo rurale 2007-2013 della Regione. E’ necessario inoltre attivare tutti i meccanismi dell’OCM latte riferiti ai formaggi duri italiani e in particolare per quanto concerne le nostre produzioni a livello regionale del Montasio ed infine attenuare i costi di produzione, anche attraverso una ridelimitazione della zona vulnerabile da nitrati in Friuli Venezia Giulia.
“Occorre risolvere immediatamente il grande inganno che consente in maniera legale – ha infine aggiunto Ermacora - di commercializzare latte Uht e formaggi e prodotti lattiero caseari senza indicare l’origine del latte. Se vogliamo davvero difendere le nostre produzioni e quindi il nostro sistema lattiero-caseario, non è tollerabile che il consumatore pensi di acquistare un prodotto italiano, mentre 1 mozzarella su 2 è fatta con latte straniero e 1 su 4 neppure con latte. La prima strada è dunque la differenziazione delle nostre produzioni, pretendendo una chiara e completa etichettatura”.