20 Giugno 2008
Bieticoltura in FVG

La Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, ha accolto con favore la notizia, visto la lunga attesa, non certo piacevole per centinaia di aziende bieticole, che è in fase di approvazione da parte della Regione il piano a sostegno della riconversione del settore bieticolo-saccarifero (produzione di barbabietola da zucchero), pesantemente colpito dal ridimensionamento produttivo. Il Piano regionale si inserisce nel quadro di un Programma nazionale, a sua volta legato alla riforma dell'Ocm (Organizzazione comune di mercato europea) zucchero, radicalmente riformata nel 2006, in particolare dal Regolamento (Ce) n. 320/2006, mirato a ridurre la produzione di zucchero e a rendere più competitiva la filiera bieticolo-saccarifera.
“Con questo intervento straordinario a sostegno di un settore che si è trovato ad affrontare una pesantissima riconversione produttiva,– rileva il presidente della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia Dimitri Zbogar – si spera di poter sostenere le aziende nel loro riorientamento produttivo e scongiurare una pesante crisi. Una cosa è certa – conclude il presidente - se i fondi destinati dalla nostra regione sono inadeguati rispetto a quelli attribuiti ad altre regioni, noi continueremo a monitorare il territorio e seguiremo l'evolversi della vicenda”.
Il comparto in Friuli Venezia Giulia rappresentava una realtà importante. Nel 2005 la superficie investita a barbabietole era di circa sei mila e 500 ettari con circa 600 aziende agricole impegnate e un’altra decina di imprese agromeccaniche specializzate nella raccolta.
“La nuova Ocm – ricorda Elsa Bigai direttore della Coldiretti regionale - prevedeva tuttavia l'istituzione di un fondo temporaneo per la ristrutturazione del settore, destinato a sostenere il processo di riconversione delle aziende interessate. L'Italia accettò di dimezzare la propria produzione, ricevendo la disponibilità finanziaria di fondi per la riconversione e adottando un Programma nazionale, approvato definitivamente nel marzo 2008. Oggi – puntualizza la Bigai - constatiamo che per i produttori della nostra regione i fondi stanziati sono insufficienti. Rispetto ad altre regioni – aggiunge il direttore - le risorse a disposizione nella nostra Regione sono scarse. Per fare un esempio, in proporzione, sono solo circa un terzo rispetto a quelle del Piemonte. Siamo convinti - conclude la Bigai - che in queste condizioni non ci sarà una reale riconversione delle aziende e il rischio che qualcuna chiuda”.
I beneficiari degli aiuti per rispondere alla qualifica di ex bieticoltori, dovranno dimostrare di aver sottoscritto contratti di fornitura di barbabietola con Società produttrici, anche tramite intermediari, (che hanno dismesso l’attività o rinunciato alla relativa quota di produzione) in almeno una delle tre annate di produzione antecedenti la chiusura dell'impianto e per produzioni conferite all'impianto medesimo. Le annate di produzione potranno essere estese a cinque qualora, per cause di forza maggiore, non sia stata possibile la coltivazione di barbabietole nel triennio di riferimento. Risultano altresì beneficiari degli aiuti gli imprenditori agricoli che non hanno potuto conferire le proprie produzioni a seguito del processo di ristrutturazione dei bacini bieticoli.