22 Maggio 2017
BANCA DELLA TERRA, SI MUOVE ANCHE LA REGIONE FVG

Sia pur in ritardo rispetto ad altre Regioni è ora al vaglio, anche in seno al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, la proposta di legge istitutiva della cosiddetta banca della terra: un elenco ricognitivo di tutti i terreni agricoli incolti o insufficientemente utilizzati, di proprietà pubblica o privata, i cui titolari intendano recuperare all’agricoltura.
Nello specifico, il provvedimento normativo si prefigge di dare attuazione alle leggi regionali 440/1978 e 10/2010 aventi a oggetto l’utilizzazione delle terre incolte, abbandonate o insufficientemente coltivate nonché gli interventi di promozione per la cura e conservazione finalizzata al risanamento e al recupero dei terreni incolti e/o abbandonati nei territori montani.
Si tratta, finalmente, di dare voce a importanti normative che, in una prospettiva “illuminata” per l’epoca, avevano puntato al recupero produttivo delle terre, ritenendolo funzionale alla salvaguardia degli equilibri idrogeologici e alla protezione dell’ambiente. Quella che oggi, con altri termini, viene definita “tutela dinamica” dell’ambiente, da perseguirsi attraverso il razionale utilizzo, a fini produttivi, della terra e delle altre risorse naturali.
In tale prospettiva, e in via del tutto propedeutica all’istituzione della Banca della terra, la legge di stabilità per il 2017 ha incaricato gli uffici regionali di procedere al censimento dei terreni demaniali incolti e inutilizzati. Dai primi accertamenti condotti dall'Agenzia del Demanio, sulla scorta dei criteri dettati dalla legge statale 440/1978, in Fvg risulterebbero disponibili ben 5 milioni di metri quadrati di terra. Di questa terra, le strutture regionali dovranno stimare quanta sia effettivamente fertile, e adatta alla coltivazione, per poi realizzarne la compiuta mappatura.
Per quanto concerne le terre di proprietà dei privati cittadini, similmente a quanto previsto da altre Regioni, è auspicabile che anche il Friuli contempli la possibilità per i singoli di richiedere l’iscrizione dei propri immobili nell’istituenda banca dati. Per premiare la messa disposizione di tali beni, potrà essere prevista la corresponsione ai concedenti di un canone, oggetto di previa determinazione a opera degli uffici regionali.
Nel prosieguo dei lavori consiliari, dovranno essere normate le procedure concorsuali di assegnazione delle terre che, attraverso l’emanazione di bandi regionali e la formazione di apposite graduatorie di merito, tutelino non soltanto i singoli richiedenti, quanto il preminente interesse pubblico alla selezione dei migliori progetti di recupero. Rilevanti le ricadute attese dall’approvazione del provvedimento: il recupero dei terreni agricoli abbandonati, o non sfruttati in modo adeguato, e un sostegno concreto al reddito degli agricoltori, in particolar modo dei più giovani, che presentino i requisiti di cui all’articolo 22 del regolamento (CE) 1698 del 2005.
Nei prossimi mesi, la Federazione regionale della Coldiretti si farà promotrice della presentazione di alcuni emendamenti diretti ad assicurare l’effettivo perseguimento del recupero qualitativo-produttivo dei terreni interessati dall’intervento; la trasparenza dei procedimenti di selezione dei progetti e di assegnazione delle terre nonché l’adeguato sostegno agli imprenditori agricoli, affinché possano accedere a risorse necessarie all’avvio o all’implementazione della propria attività.