18 Marzo 2017
Voucher addio: “Un passo indietro per il Paese”

È inaccettabile che si cancelli con un colpo di spugna una misura che ha consentito l’emersione dal lavoro nero, tutelando lo Stato dal punto di vista fiscale e dando alle imprese uno strumento indispensabile per la gestione in sicurezza dei lavori stagionali e saltuari. Se ci sono stati abusi, si combattano quelli e non un provvedimento positivo e comunque apprezzato». Lo afferma Dario Ermacora, presidente regionale di Coldiretti Fvg, in relazione alle notizie che arrivano dalla commissione Lavoro della Camera e che anticipano la cancellazione dei voucher, strumento nato proprio per il settore agricolo e utilizzato nell’ultimo anno per non più del 1,3% del totale in risposta a esigenze stagionali, in particolare sul fronte della raccolta. «Siamo di fronte a un atteggiamento grave – prosegue Ermacora –, dettato probabilmente più da questioni interne ai partiti di governo, e dunque da motivazioni politiche e non tecniche che suggeriscono di evitare il confronto referendario, con la conseguenza di porre però in enorme difficoltà le imprese agricole. Solitamente, quando si elimina una misura, si ha già ben presente l’alternativa. Oggi, al contrario, nulla si sa di un eventuale piano B. Come già in passato, quando nella stessa commissione Lavoro fu presentato un emendamento al ddl del ministro Fornero per limitare l’uso dei buoni alle sole aziende senza contabilità, non si creda tuttavia di trovare nell’agricoltura l’agnello sacrificale».
Con la cancellazione dei voucher, rimarca anche Coldiretti nazionale, perdono opportunità di lavoro nei campi per integrare il proprio reddito 50mila giovani studenti, pensionati e cassa integrati impiegati esclusivamente in attività stagionali che in agricoltura ne sono gli unici possibili beneficiari. La Federazione fa sapere che nel 2016 sono stati venduti in agricoltura circa 2 milioni di voucher, più o meno gli stessi di 5 anni fa, per un totale di 350mila giornate di lavoro hanno aiutato ad avvicinare al mondo dell’agricoltura giovani studenti e a mantenere attivi molti anziani pensionati nelle campagne senza gli abusi che si sono verificati in altri settori dove sono aumentati esponenzialmente. I buoni lavoro sono stati introdotti inizialmente proprio in agricoltura per la vendemmia nel 2008 e da allora - conclude Coldiretti -  hanno consentito nel tempo di coniugare gli interessi dell’impresa agricola per il basso livello di burocrazia con quelli di pensionati, studenti e disoccupati.