“Ora che anche lo studio dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha scagionato definitivamente l’allevamento e accertato che gran parte della responsabilità dell’inquinamento delle acque è da addebitare ad altri settori come i fanghi di depurazione e gli scarichi civili, la Regione Fvg intervenga per rendere meno penalizzanti per il primario le regole”. Lo afferma il presidente di Coldiretti Fvg Dario Ermacora nel commentare i risultati dello studio dell’Ispra presentati anche ai ministri delle Politiche Agricole, Maurizio Martina e dell’ambiente, Gian Luca Galletti, sull'applicazione del nuovo modello di analisi isotopico nelle regioni del Bacino del Po, della Pianura Veneta e del Friuli Venezia Giulia. “Fermo restando la necessità di confermare gli obiettivi e gli strumenti di applicazione della direttiva europea in materia di tutela delle acque dall’inquinamento dallo studio - sottolinea Ermacora - emerge una rappresentazione diversa da quella storica che assegna alla zootecnia l’unica responsabilità”. Coldiretti sottolinea, a questo riguardo, come il contributo dell’allevamento non sia superiore mai ad un terzo del totale complessivo dell’inquinamento accertato attraverso un piano di monitoraggio diffuso nelle regioni ad alta vocazione e Coldiretti Fvg che nella nostra “gli allevamenti sono di piccole e medie dimensioni con un impatto ancora minore”.
“Occorre ora che la Regione – evidenzia Ermacora – affretti la revisione del perimetro delle zone vulnerabili a tutela delle migliori produzioni dell’autentico made in Italy. “Ciascun settore - conclude - dovrà farsi carico della propria responsabilità, ma sarebbe irresponsabile continuare a chiedere soltanto alla zootecnia di addossarsi oneri e vincoli che dipendono da attività diverse. Anche perché non si risolverebbe affatto il problema”.