Dopo aver valutato positivamente l’apertura di Mediocredito alle imprese agricole, il presidente di Coldiretti del Fvg Dario Ermacora, lancia una nuova sfida alla Regione: Friulia e Frie si aprano alle imprese agricole. Lo ha scritto nell’ultimo editoriale de il Coltivatore Friulano edito da Coldiretti e a diffusione regionale e lo ribadisce. “Abbiamo ringraziato la Giunta Serracchiani e l’assessore regionale Sergio Bolzonello per la decisione di aprire Mediocredito alle imprese agricole. E’ stato un passo importante, soprattutto dal punto di vista politico-sindacale e culturale perché con esso si riconosce, per la prima volta, che le imprese agricole, siano esse cooperative, aziende individuali, società di fatto o di capitale, sono imprese come le altre. E che, come tutte le altre, hanno bisogno di poter accedere a tutti i canali di finanziamento. In passato, infatti, si poteva accedere solo a strumenti finanziari previsti per le sole attività agricole – spiega Ermacora - e ci erano vietate altre forme di finanziamenti alle quali potevano accedere tutte le altre attività imprenditoriali. Insomma, il fatto che Mediocredito d’ora in poi consentirà operazioni di investimento e consolido debiti a un migliaio di imprese agricole della regione grazie a un fondo che “gira” 160 milioni di euro all’anno, è un elemento importante, ma non esaustivo”.
Mediocredito Fvg, banca di secondo livello, è infatti un istituto che ha una operatività del tutto simile a quella degli altri istituti e non interviene a sostegno della crescita e dello sviluppo delle imprese come fanno, per esempio, Friulia e Frie.
Ecco perché Coldiretti lancia lanciamo una nuovo sfida alla Regione e all’assessore Sergio Bolzonello in particolare. Anche il mondo agricolo, infatti, sta cambiando rapidamente ed ha bisogno di un adeguato sostegno finanziario. “Pensiamo per esempio – spiega Ermacora - alle filiera del mais ed al crollo del suo prezzo. Occorre intervenire attraverso lo sviluppo e il potenziamento delle filiere, occorre investire in linee di prodotti nuovi e in marketing, occorre associare produttori, essiccatoi e cooperative che manipolano e commercializzano i seminativi. Occorre dare loro maggior valore aggiunto trasformandoli in mangimi o in altri prodotti agroalimentari. Per raggiungere questi obiettivi occorrono ovviamente risorse adeguate che potrebbero arrivare anche da una partecipazione di Friulia a progetti di sviluppo di imprese cooperative del settore agroalimentare, anche nei settori del biologico, dell’ortofrutta, del vino, latte, carne, dell’agroambiente, della forestazione e della gestione del territorio”.
“Si potrebbe così sostenere con forza un nuovo new deal – conclude Ermacora -del settore agricolo del Fvg che già ora, nonostante la grave crisi, sta tornando ad essere attrattivo per i giovani che guardano con interesse all’agricoltura, con idee nuove e progetti innovativi. L’agricoltura, è bene ricordalo, nonostante mille difficoltà ed anche se quest’anno la situazione dei prezzi di seminativi, latte, carne, ortofrutta è davvero disastrosa, è comunque il solo settore che fa segnare una crescita del Pil ad un tasso dello 0,6%.