“Con 35 centesimi al litro i nostri allevatori lavorano in perdita. In Fvg si produce latte con la migliore qualità d’Italia ma la remunerazione è fra le più basse”. Lo denuncia l’ufficio di presidenza della Coldiretti del Fvg riunito oggi a Udine sotto la presidenza di Dario Ermacora che evidenzia come “attualmente i prezzi del latte non consentono nemmeno di compensare le spese che stanno aumentando per effetto delle speculazioni su mais e soia, che sono parte importante della razione quotidiana”. Da non scordare poi gli aumenti del costo del gasolio e dell’energia elettrica che diventano insostenibili per le imprese zootecniche del Fvg. E mentre i Lombardia il prezzo è di 38 centesimi al litro, in Fvg arriva a soli 35.
Le ragioni – secondo Coldiretti – sono molteplici. E vanno da un processo di allargamento dell’Ue a mancata strategie industriali in Fvg.
Dal 2004, in fasi successive, i Paesi dell'Europa dell'Est sono entrati a far parte della Comunità europea. Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Bulgaria e Romania si sono pertanto affiancate ai tradizionali produttori di latte. L'allargamento (presente e futuro) della Ue comporta effetti diversi: l'apertura di nuovi mercati, ma anche nuovi prezzi del latte con cui confrontarsi.
La conseguenza è una caduta libera del prezzo passato in Lombardia dai 40,7 centesimi di gennaio 2012 ai 38 di agosto; stesso fenomeno in Baviera dove il latte veniva pagato 35 centesimi a gennaio e 31,20 a giugno; in Slovacchia 31,61 a gennaio e 28,93 a maggio 2012. Vista questa tendenza, è prevedibile – secondo Coldiretti – che si assisterà a una ulteriore flessione che rischia di dare il k.o. definitivo alle nostre imprese zootecniche a meno che non si riesca a valorizzare le produzioni tipiche come il Montasio e gli altri prodotti lattiero caseari. Per questo Coldiretti invita tutti i soggetti della filiera a sedersi attorno a un tavolo per trovare assieme delle vie d’uscite a questa situazione.