BIGAI, NON C’È FUTURO SENZA REGOLE IN 250 DEL FVG SUL BRENNERO PER DIFENDERE IL VERO MADE IN ITALY
“Sono di molto cresciute nell’ultimo anno in Fvg (+ 14,49%) le importazioni di latte: se nel 2008 i quintali, provenienti prevalentemente da Germania, Austria, Slovenia, Belgio e Polonia, erano 1.230.000, nel 2009 sono saliti a 1.409.000 mentre nel contempo la nostra produzione è calata nel 2009 del 3,2% passando dai 2.660.000 di quintali del 2008 ai 2.575.000 quintali del 2009. Latte che magicamente diventa prodotto friulano, solo perché in Fvg qualcuno lo lavora. Ma di friulano o di giuliano non ha nulla e se ci fosse una norma che impone l’indicazione dell’origine della materia prima in etichetta, anche questa furbata cesserebbe, valorizzando le produzioni davvero locali e garantendo i consumatori. Per questo oggi e domani siamo sul Brennero a manifestare”. Così il direttore di Coldiretti del Fvg Elsa Biga che domani sarà al Brennero alla guida di una delegazione di oltre 250 imprenditori agricoli e di allevatori del Fvg che parteciperanno, a rotazione, al presidio organizzato da Coldiretti il 6 e 7 luglio.
Il problema si aggrava a livello nazionale, dove è prevalente l’industria di trasformazione e dove anche le stesse cooperative importano molto. In Italia nel 2009 sono stati importanti 88,3 milioni di quintali di latte (+2,9%) per una produzione che nel 2009 ha subito una flessione dell’1,9% passando dai 111 milioni di quintali del 2008 ai 108,9 del 2009. Il 61% arriva del latte importato proviene da Germania e Francia. Crescono rapidamente le importazioni dall’Est: +10% Polonia, +20% Lituania, +20% Ungheria, +26% Repubblica Ceca. Su circa 1400 importatori i primi 10 stabilimenti importano il 34%. Il 36% del latte importato finisce in Lombardia.
“Chiediamo, oltre all’etichettatura completa – spiega il presidente di Coldiretti Udine Rossanna Clocchiatti, allevatore - vengano resi pubblici i dati di dettaglio (disponibili alla pubblica amministrazione) dei quantitativi importati dai singoli stabilimenti regione per regione. Non siamo contro il libero mercato, ma pretendiamo un mercato trasparente. Mentre la nostra zootecnia è in gravissime difficoltà, il consumatore acquista prodotti dei quali ignora la provenienza. L’etichetta obbligatoria su tutti i lattiero caseari, su pasta, carni di maiale, coniglio, trasformati di frutta, conserva di pomodoro che indichi la provenienza della materia prima deve diventare legge. E’ l’unico modo per tutelare le imprese agricole e il consumatore”.
Il primo gruppo, quello della provincia di Pordenone, è partito alla volta del Brennero questa mattina alle 2. Alle 8 sono partite le province di Gorizia e Trieste, mentre Udine partirà all’una del mattino del 7 luglio. Complessivamente sono 250 gli imprenditori agricoli e gli allevatori di Coldiretti del Fvg che partecipano al presidio al Brennero organizzato da Coldiretti per denunciare i ritardi dell’Unione Europea nel rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti e a sostegno delle iniziative di legge nazionali. “Lo scandalo della mozzarella blu contaminata prodotta in Germania e venduta in tutta Europa con nomi italiani – spiega il presidente di Coldiretti del Fvg Dario Ermacora - è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso pieno di prodotti alimentari stranieri di scarsa qualità spacciati come made in Italy, a danno dei consumatori e dei coltivatori che chiedono di fare definitivamente chiarezza”.